domenica 15 gennaio 2012

L'ipnotista





   L’IPNOTISTA


  Lars Kepler 
-i grandi- tea
13,00
2/10






 Nonostante il libro esordio di Lars Kepler (pseudonimo dei coniugi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho   Ahndoril) abbia venduto migliaia di copie in Svezia e solo in Italia 200.000, non ha soddisfatto le mie aspettative. Non mi è piaciuto affatto.
Affascinata dagli psico-thriller, il libro ha attratto subito la mia attenzione. Dopo aver letto “La psichiatra” e “Il superstite” di Wolf Dorn, “L’ipnotista” sembrava proprio dover essere la mia prossima lettura. I presupposti c’erano tutti: genere thriller, titolo che elude al sottogenere psico, copertina accattivante, bestseller; tuttavia l’entusiasmo iniziale è stato pienamente deluso.
Il libro può essere suddiviso nettamente in tre parti; nella prima viene presentato un caso di pluriomicidio in cui si alterna la narrazione dal punto di vista dell’ipnotista e del commissario Joona, la seconda può essere considerata un libro a parte ed è qui che gli amanti del genere (psico-thriller) potrebbero rivalutare positivamente il libro in quanto vi è un lunghissimo flashback in cui l’ipnotista, Erik Maria Bark, ricorda il tempo delle sue sedute in cui praticava l’ipnosi; nella terza parte risulta in primo piano il rapimento del figlio di Erik, varie ipotesi s’intrecciano distogliendo l’attenzione da quello che era il primo caso su cui aveva lavorato l’ipnotista.
Lo stile di narrazione è senza dubbio diversi rispetto ad altri autori americani o inglesi e molte azioni e dialoghi sono alquanto improbabili. Per citarne uno: casa Bark, notte. La moglie dell’ipnotista si sveglia avvertendo che qualcosa non va, si alza dal letto e corre in camera di suo figlio, vede un’ombra chinata su di lui e allarmata chiede: -Chi è? Posso entrare?- mah, forse avrebbe offerto anche una tazza di caffè al rapinatore.
Un altro elemento che toglie punti a questo romanzo sono le scene di sesso, troppe per un thriller: i due coniugi in camera con il figlio, Erik e la sua amante, la moglie e il suo amante..un modo bizzarro per stemperare la tensione.
La narrazione non è incalzante e spesso un evento in sospeso viene ripreso dopo troppo tempo, allentando la tensione che si era creata e suscitando confusione. Per alcuni sarà il libro dell’anno, tra l’altro pubblicizzato da Focus Billy (la rubrica di libri del Tg1), per altri un thriller tra i tanti, per me è un libro che ottiene due stelline solo perché, formalmente, rientra nel genere che mi piace.






                                                                                                                         CRIXY                           

    

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